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La critica cinematografica sulla nostra scuola

Andrey Maslenkin racconta la scuola, e il suo metodo, attraverso un intervista di Gerry Guida, storico e critico cinematografico. Citati nell’articolo i migliori successi dei suoi allievi, e il suo metodo di lavoro con i giovani.



Hai fondato la Scuola d’Arte Cinematografica con sedi a Frosinone e Roma, specializzata nella formazione di nuovi, giovanissimi talenti. Puoi raccontarci come è nata la tua vocazione all’insegnamento?

Facevo l’attore ed ero ossessionato dal metodo Stanislavskij. Avevo bisogno di studiare tutti i giorni. Aprire un corso di recitazione mi ha dato una forte motivazione, e per comprendere meglio il metodo, avevo bisogno di insegnarlo. Ho iniziato da tutte le fasce d’età, ma i giovani, come nello studio in generale, sono i più disposti ad imparare.


Su quali tecniche si basano i tuoi Corsi, come sono strutturati?

Si basa tutto sull’osservazione e sulla pratica. Il mio compito è metterli in difficoltà, il loro è quello di superarla. La maggior parte degli esercizi provengono da Stanislavskij e da Mejerchol’d, ma comunque ogni anno sperimentiamo una metodologia diversa. I saggi della scuola coinvolgono tutti gli attori in tutti i reparti. Negli spettacoli, quando l’attore non recita, è coinvolto a gestire le luci, far partire l’audio, aiutare a spostare gli oggetti nei cambi di scena, ecc. Nei film invece, quando non sono in scena, ricoprono i ruoli del cast tecnico: operatore, fonico, microfonista, edizione, ciak, ecc. Spesso, a fine riprese, si fa il montaggio del film tutti insieme: si osservano gli errori e si consapevolizzano molti limiti.


Sei anche attore, come ti dividi tra l’insegnamento e la recitazione?

Non mi divido più. La fiamma che prima mi spingeva in scena ora si è mutata nel desiderio di ricerca. Sono 4 anni che non vado in scena, ad eccezione per lo spettacolo teatrale “Un Principe” di Occhisulmondo, in cui interpreto Re Claudio da più di 10 anni.


Cosa ti ha spinto a lavorare in Italia nel campo cinematografico? Qual è stato il tuo percorso di studi e di vita?

Sicuramente la voglia di apparire sullo schermo. Come tutti i nuovi allievi che si iscrivono a scuola. Con lo studio invece si scopre quanto tutto è complicato, e l’unico desiderio diventa essere bravo. Sono stato fortunato ad aver trovato una buona scuola a Roma, e la scuola stessa mi ha aiutato a far parte in due produzioni a Cinecittà. Lì un regista mi ha visto lavorare e mi ha invitato ad un casting per lo spettacolo diretto da Peter Stein al teatro dell’Opera di Roma, in cui ho lavorato per 5 mesi e sono stato richiamato l’anno seguente al casting per lo spettacolo di William Kentridge. Mi assegnarono tre personaggi da recitare in tedesco. Tutto il compenso è stato investito nel nostro primo film della scuola. Terminate le riprese, una produzione cinematografica ha curato la post produzione e distribuito il film nelle sale e nelle scuole. Con questa produzione ho lavorato altri 2 anni, facendo casting director. Queste esperienze hanno arricchito molto la scuola. Abbiamo imparato a realizzare e distribuire i film da soli. Nel 2015 abbiamo girato il primo film nella storia realizzato dai bambini.


Puoi farci alcuni nomi di attori e attrici che dalla tua Scuola hanno intrapreso importanti carriere?

In 11 anni di scuola ci sono stati molti attori che hanno preso parte a importanti esperienze. Quest’anno Lara Fiengo ha interpretato Rosalba nella serie Disney “The Good Mothers” (Orso d’oro al Festival del cinema di Berlino). Martina Galluccio ha interpretato il ruolo di Victoria, l’antagonista della serie "Le cronache di Nanaria", e adesso è già impegnata per la seconda stagione. Ma coloro che hanno intrapreso la carriera di attore, insegnante e regista sono Luigi Imola e Clarissa Stirpe.


Come tutor dei tuoi allievi, immagino tu li abbia assistiti in diversi set. Quale, tra i tanti, è stato per te il più emozionante?

Il set di Eurydice girato nel castello di Torre Alfina nel 2019. Sono stati selezionati 3 dei miei allievi, e tutti i giorni l’intera troupe mi riempiva di complimenti per la loro preparazione al lavoro.


Con quali registi hai collaborato?

Come attore con Giuseppe Tornatore, Alessandro Aronadio, Alessandro Angelini, Francesco Vicario, Luca Manfredi, Gianluca Tavarelli, Stefano Sollima, Alberto Ferrari e Davide Marengo.


C’è un particolare genere cinematografico che preferisci? Quali sono i film che ti hanno segnato di più?

Mi piacciono molto i film drammatici, che presentano delle situazioni nelle quali non vorresti mai capitare, dove si soffre insieme ai personaggi, dove ci si preoccupa tanto. I film che mi hanno segnato di più sono quelli di Nicolas Winding Refn e Lars Von Trier.


Recentemente hai debuttato con lo spettacolo teatrale Silenzio dei Marinai, con un cast di giovani attori dai 12 ai 20 anni. Cosa puoi dirmi? Quale importanza riveste il Teatro nella tua carriera?

Se dovessi giudicare lo spettacolo dal punto di vista dello spettatore, è stato lo spettacolo più brutto che abbiamo fatto. Credo che un testo del genere occorre studiarlo molti anni per renderlo spettacolare. Osservando invece cosa questo spettacolo ha dato all’attore, allora è stato il lavoro più bello che abbiamo affrontato. La scelta di tradurre e lavorare sul testo di Aleksandr Galič è stata presa solo ed esclusivamente per imparare a recitare meglio. La settimana successiva al debutto abbiamo fatto le riprese del “Silenzio Dei Marinai”, affittando il teatro di posa presso gli studi televisivi. Quando ho chiesto agli attori cosa gli piacesse di più: “teatro o cinema?” Tutti hanno risposto: il teatro.

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